Siena
Progettazione: 2002-2006
Progetto Malizia spa
Riccardo Roda (Eos Consulting), Luca Giannini
Il nuovo Quartiere ecologico di Malizia prevede la realizzazione di un insediamento a preminente funzione residenziale/direzionale connotato da elevati livelli di qualità, sostenibilità e socialità. L’area di Malizia, precedentemente destinata a sede produttiva, è collocata in una posizione centrale di Siena; tale condizione ha fatto assumere all’area un ruolo strategico all’interno della città, di cerniera tra il nucleo storico, la ferrovia, il polo ospedaliero di valenza regionale ed i quartieri urbani residenziali consolidati. Il piano urbanistico ha privilegiato un assetto fortemente orientato verso criteri ecologici e bioclimatici, orientandosi verso la realizzazione di un quartiere residenziale ecologico a basso impatto ambientale, risparmio energetico e risparmio delle risorse primarie come l’acqua. E’ stata quindi prevista la realizzazione di un tessuto insediativo impostato su una direttrice est-ovest, che garantisce un’esposizione Sud-Nord con la possibilità di edifici a prevalente guadagno solare; l’assetto del quartiere consente inoltre sia la protezione naturale rispetto ai venti invernali (grazie alla presenza del sistema collinare posto ad est), sia la permeabilità alle brezze estive. Il progetto privilegia tipologie edilizie ad altezza contenuta, con volumi semplici e rigorosi; esso si basa su soluzioni specificatamente legate al carattere ecologico dell’insediamento, con un’impostazione dei fronti principali esposti a sud e a nord che prevede una forte differenziazione in termini di funzioni e prestazioni. I fronti nord, a conservazione energetica, presentano pareti uniformi e a forte inerzia termica di laterizio e cotto, con aperture ridotte e coperture ad elevata capacità isolante. I fronti sud, a guadagno solare, presenteranno ampie aperture opportunamente schermate, per evitare il surriscaldamento estivo, da schermi continui di alluminio. Il risultato complessivo è percettivamente coerente con la tradizione senese, pur presentando innegabili caratteri di modernità, legati ai materiali e alle tecnologie impiegate, principalmente finalizzate a diminuirne il consumo delle risorse energetiche tradizionali. Particolare attenzione è stata posta nei confronti del sistema del verde, che si presenta sotto forma di spazi diffusi che contribuiscono in modo determinante al miglioramento del comfort ambientale, della vivibilità, grazie anche all’attenta scelta di essenze autoctone sempreverdi e caduche. Elemento caratterizzante del sistema del verde è il parco urbano, che costituirà un polmone verde per il nuovo insediamento e per tutte le aree limitrofe, divenendo facilmente raggiungibile sia fisicamente che visivamente da ogni punto. Il progetto si distingue inoltre per lo studio e quindi per le opportunità derivanti dal riuso delle acque meteoriche e superficiali attraverso la creazione di un ampio bacino di raccolta che segna il confine ovest del nuovo quartiere e che ridurrà in modo sensibile i consumi di acqua potabile Le soluzioni architettoniche/impiantistiche individuate a scala edilizia puntano a caratterizzare il nuovo insediamento per l’alta efficienza energetica; l’insieme delle strategie e delle soluzioni previste, ha portato, nel 2007, per i progetti dei Lotti B, C, D, E, alla vincita del bando regionale D.E.A. - “Distretti Energetici Abitativi”. Altro aspetto caratterizzante il progetto è il programma di riciclaggio integrale in sito del complesso produttivo preesistente. Il processo di riciclo dei materiali edili dell’area produttiva dismessa su cui sorge il Quartiere ecologico di Malizia si è articolato in quattro grandi fasi: formazione del rifiuto di cantiere; raccolta e differenziazione dei rifiuti; trattamento ed infine, ricollocazione in sito. Al fine di incrementare la qualità dei rifiuti da demolizione, si è resa necessaria un’attenta pianificazione della fase di demolizione, per isolare le componenti riusabili dell’organismo e prevedere lo smaltimento di quelle non riutilizzabili. La demolizione totale dei manufatti preesistenti (69.065 mc) ha generato un totale di 14.292 mc di materiale macinato e l’ottenimento di 21.438 tonnellate di materiale riutilizzabile in sito. Dall’attività di demolizione sono state inoltre ottenute 33,17 tonnellate di materiali misti non riutilizzabili smaltiti in discariche autorizzate. Il trattamento di riciclaggio è avvenuto attraverso un impianto mobile ubicato in cantiere per tutta la durata delle fasi di demolizione, che ha portato ai seguenti risultati: L’asfalto delle preesistenti strade a servizio dell’area produttiva ha prodotto 300 tonnellate di rifiuti edili, smaltiti in discarica autorizzata. Il calcestruzzo ed il cemento armato delle strutture hanno prodotto 5.353 mc di inerte che, previa separazione dalle armature in ferro, è stato frantumato e riutilizzato per le massicciate ed i drenaggi a tergo dei muri di sostegno di alcuni dei nuovi lotti. Il calcestruzzo è il materiale che più abbonda nei rifiuti provenienti da demolizione e rappresenta uno scarto di scarso valore con peso specifico altissimo; il suo reimpiego diventa quindi particolarmente interessante anche dal punto di vista economico. Le murature portanti sono una parte dell’organismo edilizio che ben si adatta all’essere riciclata; per queste valgono le medesime considerazioni fatte in precedenza. Il ferro ottenuto da tale separazione, per un totale di 13 tonnellate, è stato smaltito in discarica autorizzata. Il legno proveniente da travi e correnti di copertura, assi, infissi, porte, ecc. ha prodotto 39,9 tonnellate di materiale smaltito in discarica. L’amianto, presente solo in alcune coperture dei vecchi manufatti (per un totale di 31,54 tonnellate), è stato sottoposto a procedura di smaltimento in discarica autorizzata. Le terre di scavo provenienti dagli sbancamenti, per un totale di 65.299 mc, in coerenza e nel rispetto del D.lgs 152/2006, sono stati quasi completamente riutilizzati in sito per la formazione di rilevati e compensazione delle quote all’interno dei lotti edilizi.